sabato 1 maggio 2010

Una Vita Davvero Speciale...

Oggi, Sabato primo Maggio, vogliamo riportarVi un articolo letto sul settimanale TuStyle alcune settimane fa... Noi di Qore di Style siamo rimasti colpiti e appena letto, lo abbiamo immediatamente associato alla rubrica Momenti di Vita!

Vi lasciamo alla lettura e capirete il motivo di questa Scelta...

Anna è la migliore amica di una compagna di università. Era da tempo che la incontravo, ma volevo raccontare la sua storia. Cosi la chiamo. Ci vediamo al bar, mi afferra il braccio e mi bacia. È sempre bellissima, con i capelli scuri e gli occhi verdi da attrice. Inizia a parlare con trasporto della sua esperienza con i disabili. “ Ho seguito il corso di laurea in educatore professionale. È un lavoro duro, complesso, che puoi fare solo se lo ami. Inoltre si guadagna poco, soprattutto da quando questa professione, prima gestita dallo Stato, è stata affidata alle cooperative. È quello che è successo durante il mio primo incarico con un bambino autistico: lo stipendio è passato da 16 a 8 euro l'ora (meno di una colf). La cooperativa alla quale sono iscritta mi ha offerto un nuovo incarico in una scuola:dovevo organizzare laboratori didattici (teatro, pittura, ecc.) per cinque classi, ognuna con un disabile. Qui mi sono scontrata subito con la mentalità “antica” delle maestre: tu lotti, proponi, ma loro non capiscono questi progetti. L' anno dopo mi sono presentata carica di promesse dai miei ragazzi. Mi hanno chiusa per un mese nella biblioteca in attesa di un accordo tra scuola e cooperativa: dovevo fingere di fare ricerca. Un incubo. Conclusosi con la sospensione dell'incarico. Nel frattempo è arrivata l'assunzione. Ora lavoro la mattina con un bimbo di tre anni e il pomeriggio con disabili gravissimi”. “Ma hai delle certezze?” le chiedo. “La sola certezza è l'amore per il mio lavoro. Guadagno 900 euro al mese (perchè sono impegnata 7 ore anziché 8 e, quindi, è un part time...), in più faccio la cameriera e la baby sitter. Ma non mi lamento. Mi fa male, invece, come viene considerata la mia attività: i disabili non portano soldi allo Stato, perciò siamo sottopagato. Viviamo a contatto con ragazzi autistici gravi e violenti, con giovani sfortunati a cui insegniamo piccoli gesti per mantenere un legame con la vita. Eppure ci spostano dopo pochi mesi, appena hai stabilito un contatto con loro, come se non fossero esseri umani, ma viti da avvitare. Siamo le ultime ruote del carro e ci scontriamo con una vecchia guardia che non accetta nuove competenze. A volte penso che potrei sfruttare il mio aspetto per avere una carriera “facile”. Ma guardo i miei piccoli e sono ripagata . Non mollo: un giorno aprirò un centro tutto mio, dove metterò in pratica ciò che ho imparato!”. E dove, aggiungo, continuerai a contagiare con il tuo sorriso i meno fortunati.

Testo integrale da TuStyle di Marta Minghi

Non aggiungiamo altro perchè Crediamo nella Forza delle Parole e soprattutto nella Determinazione di questa Persona Speciale.

Associazione Qore di Style

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