lunedì 26 dicembre 2011

Buon Natale dal Team Qore di Style!

Buongiorno a tutti cari lettori! Anche quest'anno vogliamo dedicare un post a voi che ci seguite e a chi passa su Qore di Style per semplice curiosità o caso...

Lo scorso anno ci siamo divertiti a scrivere una piccola frase di augurio per un sereno Natale e un grandissimo nuovo anno pieno di gioie e soddisfazioni!
Beh... La formula rimane la stessa e quindi ecco a voi i nostri sinceri pensieri...

Natale e' armonia e l'armonia comincia con un sorriso. Che tu possa sorridere tutti i giorni della tua vita!
Auguri di buon Natale e per un sereno 2012.


Daniela

Carissimi lettori e lettrici, anche quest'anno vi auguro il meglio per della feste serene, circondati da atmosfere sincere e circondati da persone vere. Auguroni!

Marta

Un grande augurio per un felice Natale e un sereno 2012! Rendete il vostro tempo speciale vivendo con le persone che vi amano realizzando tutti i vostri progetti!

Giuseppe

A tutti voi auguro un sereno Natale e un 2012 che sia ricco di soddisfazioni e nel quale possiate realizzare tutti i vostri sogni!

Elisa

Che queste feste portino a voi e ai vostri cari serenità e salute. Che siano momenti di condivisione e gioia da passare con le persone più importanti per voi.
Grazie per aver passato con noi del tempo prezioso...


Francesco

Grazie ancora e da parte di tutto il team vi rinnoviamo il nostro augurio e l'invito a seguirci ancora qui... Si Qore di Style!

martedì 13 dicembre 2011

Un Pensiero, Nuova Esplorazione. Il Packaging

Pensando alle festività del Natale, a BABBO NATALE, ma nello specifico ai regalini che il 25 dicembre si scartano sotto l’albero, mi son chiesto: come si è arrivati a rende così invitante e attraente un pacco regalo?
Da qui ha inizio la mia ricerca …
… Il termine specifico che indica la confezione di un prodotto è packaging. Le sue origini risalgono alla fine del Diciottesimo secolo con la rivoluzione industriale. La sua funzione appunto è di conservare, proteggere e contenere il prodotto stesso; solo in un secondo momento ha assunto una dimensione più simbolica rappresentando e comunicando anche i valori del prodotto tramite le funzioni estetiche.
Per la prima volta è stato possibile conservare il cibo in contenitori metallici, igienici e sigillati, mentre in scatole di cartone venivano riposti altri prodotti. Più in là l’evoluzione tecnologica ha consentito la produzione di vari tipi di materiali con personalizzazioni, dando vita al packaging moderno.
È a tutti gli effetti un mezzo di comunicazione, poiché mostra l’azienda e il prodotto nelle sue caratteristiche, e oltre ad avere una funzione decisiva e rilevante per il successo di vendita, ne stimola il desiderio. I consumatori spesso scelgono i prodotti a seconda delle loro sensazioni, oltre che in base a osservazioni razionali: vedono la confezione come parte integrante del prodotto. La confezione tramite forme, colori, immagini, materiali e scritte diventa un concentrato di comunicazione per la marca, dandogli identità, immagine, familiarità, riconoscimento ma anche funzionalità.
Provoca impulsi sensoriali e attrattivi, lancia stili di vita attraverso i codici e i simboli della comunicazione fondando desideri nei clienti: più queste sensazioni sono forti, tanto più il prodotto avrà una buona riuscita.
I consumatori divenuti sempre più esigenti, competenti e sofisticati, non si accontentano più del prezzo conveniente o della qualità, ma vuole che il prodotto li rappresenti assumendo una funzione d’identità sociale dove si riconosce in una nicchia di persone che cercano una qualità maggiore.
Per permettere al prodotto di stare al passo con tempi, mode e ritmi evolutivi del consumatore, il packaging deve avere dei cicli di vita più brevi; e oltre a tener conto di questo ambiente complesso, la creatività deve far fronte anche ai costi industriali, alla logistica e alla distribuzione.

Il packaging è quindi l’arte della presentazione della comunicazione : un azione di marketing.

Il packaging personalizzato è separato dal valore effettivo dell’oggetto, ha un influenza emozionale su chi lo riceve, quindi la scelta della confezione deve essere creata per l’occasione.

La confezione originale, minuziosa e personalizzata accantona le spese sostenute nel realizzarla; il dono è un desiderio, influisce con il nostro io e i nostri sogni , stimola emozioni e sensazioni è il ponte per il piacere di ricevere un regalo. Non è detto che debba essere costoso per essere bello e originale. La ricerca di materiali e il loro accostamento, la scelta adeguata ai vari settori merceologici, e la cura con cui viene realizzata la confezione determina la professionalità e l’immagine dell’azienda.

Giuseppe, Progetto Qore di Style

giovedì 1 dicembre 2011

Un Tuffo nel Passato alla Scoperta del Manichino

Al giorno d’oggi, passeggiare per città e centri commerciali e osservare un manichino in una vetrina, è diventata un azione scontata,  eppure per giungere a tanta perfezione si è dovuto compiere un percorso molto lungo, iniziato moltissimi anni fa e che continua ancora oggi.
La parola manichino deriva dal termine olandese mannekijn, abbreviazione della parola mann che significa uomo-persona. In seguito il termine è stato francesizzato in mannequin, forma che oggigiorno è ancora  utilizzata.
I primi manichini di cui si abbia notizia risalgono agli ultimi anni del 1700. Si trattava di piccole bambole, alte circa 50 centimetri, sulle quali le grandi sarte francesi confezionavano copie delle loro creazioni, ovviamente in proporzioni ridotte. Una volta confezionate, venivano recapitate a tutte le corti d’Europa, ma anche alle più ricche famiglie d’Oltreoceano, in modo che le signore potessero scegliere i propri vestiti all'ultima moda. A Venezia venivano chiamate “Piavole de Franza” (bambole di Francia), termine con cui, ancor’oggi i veneziani indicano una donnina sciocca ma vestita all’ultimo grido.


Il manichino nasce per esigenza delle sartorie di mostrare l’abito ai clienti, serviva per sorreggerlo ed era una sagoma in vimini o in filo di ferro, senza testa né braccia.
Nessuno sa in realtà chi ha creato il primo manichino a figura intera, esiste da migliaia di anni ma lo sviluppo del manichino vestito a grandezza naturale è avvenuto dall’inizio della rivoluzione industriale. I processi messi in moto da quest’ultima come la produzione di grandi vetrate con struttura in acciaio, l’invenzione della macchina da cucire, l’elettrificazione delle città e l’apertura dei primi grandi magazzini hanno spianato la strada all’arrivo dei manichini.
Erano “privi di vita” e le figure erano ottenute da cera, cartapesta o legno, ed imbottite per dar loro forma. Quando iniziarono ad imitare personalità di spicco, caratteri somatici ed ideali culturali, i manichini cominciarono ad avere un ruolo importante nella presentazione degli abiti moda: diventarono talmente popolari che le persone spesso uscivano solo per andare a vedere i nuovi display. Questo segnerà anche l’ inizio dell’arte della vetrina.
I manichini sono stati anche una fortuna per i mercanti dell’epoca, che investendo su di loro hanno fatto fruttare i propri affari. Come può, infatti, una donna resistere alla tentazione di un bel vestito quando si può già vedere come le starebbe indosso? Al volgere dell’800 i manichini erano già al centro della nascente industria chiamata "Display”, che si evolverà in seguito nel Visual Merchandising.          
Esporre abiti non è semplice, soprattutto far risaltare le loro caratteristiche; negli anni 60 e 80 era di tendenza esporre i capi su supporti piatti come grucce, ganci ecc, ma non venivano valorizzati.

Oggi il manichino è stato rivalutato, infatti le aziende di produzione propongono sempre nuove collezioni per seguire le esigenze del mercato. Può essere di varie forme, misure e tipologie, naturale o stilizzato, con parrucche o capelli scolpiti, e rappresenta l’uomo, la donna, il ragazzo e il bambino.
La scelta di acquistare un manichino dipende dal tipo di negozio, si procede selezionando un gruppo con pose diverse ma che possano anche vivere da soli (meglio scegliere pose più semplici, in modo da utilizzarle spesso). Solitamente  ogni vetrina necessita di almeno 3 manichini, all’interno molti di più, ma naturalmente dipende dagli spazi del punto vendita.
La vestizione non è un arte semplice, l’abito deve dare l’idea di essere indossato e non appeso, cosa che spesso si vede negli allestimenti. A seconda di come sono realizzati, i manichini richiedono modi di vestizioni diverse. E’ opportuno scegliere l’abito della stessa taglia del manichino, se questo non è possibile il visual interviene con spilli e carta velina per riempire gli spazi vuoti e stringere ove c’è bisogno, se l’abito è ben lavorato sembrerà indossato in modo naturale.

Le mode sono in continua evoluzione, e i manichini si adattano ai tempi con forme e fisionomie, così da  rappresentare la griffe come veri indossatori/ci.
Probabilmente la nostra sarà l’ultima era del manichino prima che schermi interattivi, ologrammi e specchi magici lo sostituiranno, facendolo diventare un oggetto del passato; allora approfittiamone per goderci a pieno gli attori (manichini) sul palcoscenico (vetrina)!
Vi consiglio di guardare questo video

[tratto da Imago Shop&Fair]
Giuseppe, Progetto Qore di Style