martedì 31 maggio 2011

Marketing Interno: Leva Strategica per l’Impresa del Futuro

Sempre più imprenditori delle PMI da una parte e manager delle grandi imprese dall’altra, si stanno rendendo conto che l’investimento sulle persone è, e sarà la chiave del successo. Dipendenti e collaboratori non sono altro che stakeholder importanti quanto i clienti, i fornitori e le istituzioni esterne. Veri e propri attori protagonisti che vivendo l’organizzazione dall’interno, generano valore e propongono innovazione ad un’unica condizione: una corretta ed efficace gestione da parte del management.
Per qualsiasi organizzazione moderna diventa necessario, considerare il personale interno come il primo mercato nei confronti del quale interfacciarsi, per quanto riguarda tutte le offerte dell’azienda, comprese le attività rivolte all’esterno. La soddisfazione del personale (“cliente interno”) rappresenterà, nel futuro più prossimo, l’unica strada per raggiungere la soddisfazione del cliente finale. Non dimentichiamo, infatti, che la customer satisfaction, è un risultato dipendente in grande misura, dalla presenza di dipendenti soddisfatti.

Sorge la necessità di considerare le persone e i reparti come clienti interni, ai quali offrire servizi, nello stesso modo con il quale si forniscono all’esterno; questo obbliga ogni organizzazione a dotarsi di un pacchetto di strumenti e di logiche indispensabili sotto quest’ottica.

Il processo di marketing complessivo, prevede almeno altri due “sotto-processi”:
  • Marketing Interno: l'insieme delle attività atte ad aumentare l'identificazione dei dipendenti nell'azienda, ed a migliorare l'immagine dell'azienda e del suo prodotto proprio tra ed attraverso i suoi dipendenti.
  • Marketing Interattivo: processo che basa i suoi presupposti sulla capacità di ascolto. Ascoltare per primo, per poi parlare. Non è solo sinonimo di marketing online poiché, ogni giorno, i dipendenti di front-line (venditori, commessi, addetti al customer service, receptionist etc) svolgono attività di marketing interattivo con i clienti/utenti.
Gli obiettivi generali del marketing interno sono la creazione, il mantenimento ed il  potenziamento dei rapporti interni tra dipendenti e con l’organizzazione, allo scopo di: aumentare la motivazione, il coinvolgimento, la partecipazione e la responsabilizzazione per diffondere la cultura del servizio e creare un allineamento strategico di valori ed obiettivi.
Il personale che lavora a contatto con i clienti riceve da questi ultimi, feedback immediati relativi alle loro performance e al prodotto/servizio erogato. Il marketing interattivo diventa per l’organizzazione uno strumento ulteriore per sviluppare il processo di marketing; grazie ad un ascolto attento e ad una risposta rapida al cambiamento della domanda, essa può costruire una relazione duratura con il cliente interno ed esterno. A proposito leggetevi questo articolo.
 
Concludendo, marketing interno e marketing interattivo sono due pilastri fondamentali e tra loro correlati per pianificare una strategia commerciale che possiamo definire “complessiva e completa”. Se il cliente finale si trova al vertice della piramide, ricordiamoci che a metà strada c’è il dipendente/collaboratore, un alleato, colui che nei momenti della verità diventa l’interlocutore privilegiato tra l’organizzazione e il mercato.

Progetto Qore di Style

martedì 3 maggio 2011

Il Manager del Futuro... Anteriore!

Oggi Qore di Style prende spunto da un'articolo apparso su crisiesviluppo.manageritalia.it che vi riportiamo integralmente...

"L’interessante contributo di Giovanni Pedone, amministratore delegato di Career Counselling, società di outplacement leader in Italia, spiega in sintesi cosa chiede oggi il mercato del lavoro alle figure manageriali.
Nell’ultimo periodo – cinque anni – la velocità e l’internazionalità dei mercati, dei prodotti e delle tecnologie ha quasi capovolto il rapporto tra la vita media lavorativa dei manager e la vita media delle aziende.


Fino a 10 anni fa il ciclo di vita medio delle aziende era di gran lunga superiore in termini di durata alla vita media lavorativa delle persone; oggi è il contrario.
Oggi è la “cassa” a guidare le strategie aziendali e occorre quindi proporre le proprie competenze in modo concreto e molto spesso specialistico.
Il mercato del lavoro ora chiede ai manager fondamentalmente quattro cose:
1. peso specifico delle proprie competenze “verticali” - specializzazione e focus sui risultati, soprattutto economici;
2. internazionalità del profilo – saper lavorare con almeno una lingua straniera, meglio due;
3. flessibilità geografica – essere disponibili non solo a trasferte ma anche a trasferimenti;
4. flessibilità contrattuale – essere disponibili a forme contrattuali non solo a tempo indeterminato.

Questi quattro punti sono migliorabili soggettivamente e sono gli elementi su cui si differenziano le tempistiche di ricollocazione dei manager.
Qual è la vostra esperienza sul mercato nella ricerca di un nuovo incarico? E cosa chiede la vostra azienda oggi ai manager, soprattutto a quelli in fase di inserimento?"

Ecco ci ha incuriosito e un pò preoccupato il fatto che in nessuno dei punti siano presenti capacità empatiche, doti di leadership, competenze relative all'employee engagement dei collaboratori e dei dipendenti...

Peso specifico delle proprie competenze "verticali" cosa significa? In un'era di comunicazioni orizzontali, di accorciamento delle strutture gerarchiche e di flessibilità, è preferibile essere un pò più burocratizzato nel rispetto della piramide aziendale???!!! Specializzazione e focus sui risultati soprattutto economici... per raggiungere i risultati "soprattutto economici" forse è preferibile porre il focus sulle persone.

Per quanto riguarda i punti successivi, in linea di massima, possiamo anche starci, ma il profilo delineato non ci sembra nè abbastanza reale nè attualmente competitivo. Un'azienda che cerca un manager, avvalendosi di tale proposta, non può che soccombere in un mercato completamente diverso e bisognoso di figure a metà strada tra lo psicologo, il sociologo e l'esperto di marketing (interno?).

Forse questo contributo dovrebbe essere rivisto con un approccio un pò più attuale e soprattutto coraggioso.

Voi che dite?

Francesco, Progetto Qore di Style