martedì 15 marzo 2011

Ambiente, Attualità e Politica

I terribili fatti del Giappone che sono sotto gli occhi di tutti, ci riportano drammaticamente e improvvisamente, ancora una volta sulla questione ambientale.
E di nuovo, la forza della natura che si ribella e le sue nefaste conseguenze, ci riportano indietro a quel non lontanissimo aprile del 1986 di Chernobyl, dimostrando così per ironia della sorte come  a volte la storia possa ripetersi.

Proprio in coincidenza con l’acceso dibattito di questi giorni riguardo all’imminente referendum consultivo che ripropone agli italiani il problema del nucleare, si diffonde infatti la minaccia di una nuova Chernobyl, il più grande incidente atomico a seguito del quale l’8 novembre del 1987 si recarono alle urne d’Italia ben 30 milioni di elettori per esprimere la loro contrarietà a questa pericolosa forma di energia.
Se al riguardo dell’introduzione dell’energia nucleare in Italia vi erano già diversi dubbi e perplessità, paradossalmente proprio mentre viene annunciato il taglio dei fondi al fotovoltaico, il disastro nipponico delle ultime ore sta ulteriormente impennando la contrarietà, accendendo le polemiche e aumentando lo scetticismo sul tema della sicurezza e della non pericolosità delle centrali atomiche.

Ma il referendum porta con sé anche un’altra importantissima questione inerente al valore dei beni pubblici e delle risorse ambientali: si propone infatti anche la questione inerente alla privatizzazione dell’acqua.

Insomma, ambiente, sostenibilità nell’utilizzo e nella gestione delle risorse naturali e dell’energia, sono i punti chiave a cui siamo tutti chiamati a esprimerci il prossimo 12 giugno: e mentre alla luce dei fatti del Giappone la Germania conferma la priorità delle rinnovabili, in Italia speriamo di fare in modo che la rinfrescata di memoria di questi giorni non sia stata vana, ricordandoci quello che già avevamo imparato e dimostrato quel novembre di 25 anni fa!

Marta, Progetto Qore di Style

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